Fig. 3: torre, anonimo,
stampa
di Colonia,
1628 |
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"Ma non ho soltanto
immaginato giuochi; ho anche meditato sulla casa. Tutte le parti della
casa si ripetono, qualunque luogo di essa è un altro luogo. Non
ci sono una cisterna, un cortile, una fontana, una stalla; sono infinite
le stalle, le fontane, i cortili, le cisterne. La casa è grande
come il mondo.Tuttavia, a forza di percorrere cortili con una cisterna
e polverosi corridoi di pietra grigia, raggiunsi la strada e vidi il tempio
delle Fiaccole e il mare. Non compresi, finché una visione notturna
mi rivelò che anche i mari e i templi sono infiniti.
Tutto esiste molte
volte, infinite volte; soltanto due cose al mondo sembrano esistere una
sola volta: in alto, l'intricato sole; in basso, Asterione.
Forse fui io a creare
le stelle e il sole e questa enorme casa, ma non me ne ricordo."
(J.L.Borges, "La
casa di Asterione", L'Aleph)
L'immagine riportata
sopra è quella che sicuramente più di ogni altra è
in grado di sintetizzare con un unico "colpo d'occhio" il nostro immaginario,
il nostro retroterra culturale/soggettivo di progettisti.
Essa raffigura una
montagna "sacra" (l'Olimpo) al centro di un labirinto. Il monte-isola è
fortificato con mura e torri, e protetto inoltre da un gigantesco labirinto
d'acqua. Nell'acqua sono erette le mura del labirinto, fra le quali si
apre uno stretto canale navigabile. Il pittore ha fuso l'idea di Creta,
l'isola del Labirinto per antonomasia, con quella del labirinto d'acqua,
quale era stato descritto da Francesco Colonna nell'"Hypnerotomachia Poliphili".
Questa immagine racchiude
in sè tanti e tali significati simbolici che, in un certo senso,
tutto ciò che abbiamo raccolto, selezionato, catalogato in questo
capitolo, può essere da essa rappresentato.
Le immagini raccolte
successivamente perciò illustrano, ciascuna per una propria peculiarità,
per una propria capacità di affascinamento, un lato del nostro personale
"immaginario soggettivo di riferimento".
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