......"L'immaginario di riferimento che possediamo all'inizio di un percorso progettuale si nutre dello  stesso progetto, cresce costruendo  ulteriori mondi possibili sulle ceneri  del già esperito, sulla traccia   delle forme generate."......   C. Soddu  E. Colabella   "Il Progetto di Morfogenesi"

     

        

RELAZIONE

Oramai noi siamo più o meno già inquadrati nel nostro percorso di studio e lavorativo per cui abbiamo voluto conoscere la fantasia dei bambini, che si trovano ancora all'inizio del loro cammino d'istruzione, per potere attingere a quelli che possono essere i loro desideri e le loro esigenze.
La formula  che  abbiamo   adottato è  stata  quella  di richiedere  a  due classi dell'elementari ,  un tema :  "La scuola che vorrei"   e di allegarci un disegno.  Con questa  sperimentazione cerchiamo, attraverso i bambini,  di confrontarci con  le  loro  aspettative  che  ci  permetteranno  di innescare la progettazione.
Dalla lettura di questi temi è  risultato  che  sono i bambini stessi a volere una scuola che non si identifichi più in un solo edificio, ma in una rete complessa di funzioni che si  devono  integrare con  la città per essere utilizzate da tutti e sempre.  Indubbiamente il  bambino  percepisce, riceve sensazioni dal mondo esterno, ma la percezione non si precisa in emozione, si traduce in un insieme di moti istintivi, con i quali il bambino  prende ciò che lo attrae e respinge ciò che teme.   Abbiamo  così trovato degli elementi con cui innescare il progetto, essi sono  stati essenziali  in questa  fase, avendo  la  funzione  di catalizzatori della dinamica evolutiva.
L'immaginario  di  riferimento  deve  comunque  essere  il  veicolo del nostro pensiero progettuale e non il  fine  a  cui  giungere.   Il compito  principale  di questa   operazione   è   quello   di    passare  dall'equilibrio    iniziale    ad  un disequilibrio  che  inneschi  la  progettazione.    Scopo  di tutto ciò è il tendere verso la complessità intesa  come  capacità di riposte multiple, imprevedibili e inter soggettive .

   

La formula che abbiamo  adottato è stata quella di richiedere, a dei  bambini delle elementari ,  un tema:  "La scuola che vorrei"  e di allegarci un disegno.

   

..."La scuola dei miei sogni  è un grande edificio  costruito in un grande giardino pieno di erba e  di fiori  profumati con tante panchine dove poterci sedere e aspettare il suono  della campana"....     Carlo Rocca

    

...."Se io chiedessi a un architetto  una scuola gliela chiederei circondata  da un folto prato .... le aule con  grandi vetrate per guardare il prato in primavera .... uno spazio grande dove si può parlare da soli .... tanti laboratori di varie attività, una palestra gigante, un'aula per la radio, l'aula per la tv, la discoteca e l'aula  con tanti letti per dormire. In giardino vorrei un campo da calcio e pallavolo e tanti altri giochi."....    Giorgio Ravera

     

......."Però se quello che è scritto   nel progetto diventasse reale,   la scuola non sarebbe solo un   luogo di studio e lavoro, ma anche  un luogo dove ci si potrebbe  divertire  studiando.".....    Francesco Bagnoli

     

...."Il colore esterno della scuola dovrebbe essere più festoso...  ...In estate vorrei fare  lezione  fuori. . .....un'aula  con i computer"......       Daniela Porta

     

...."mi piacerebbe che nella  scuola ci fossero anche un'aula  per la pittura,....... ....un'altra per  sentire la musica e per vedere le videocassette."......     Elena Crescimanna

     

......"Fuori dalla scuola un  tendone  con dentro la piscina .....   ....un cinema per andare con gli altri bambini e con i nostri genitori ....  .... in tutta la scuola grandi vetrate per vedere il giardino."........        Sara Oliviero

     

......"scuola con giardino ,   pizzeria, burghy, discoteca,  laboratori, aula delle  formule magiche,"....    Silvia

     

Confrontando  questi temi con i nostri obiettivi  abbiamo ricavato una prima verifica per la nostra idea di progetto.