CONCLUSIONI

 

Giunti a questo punto dobbiamo verificare se sono stati raggiunti gli obiettivi che ci eravamo prefissati in partenza. Le scelte hanno rappresentato uno dei possibili gradini dell’infinita scala di possibili risposte alle nostre domande. Noi non abbiamo definito una soluzione unica e categorica, bensì abbiamo individuato una possibile e soggettiva soluzione tra le tante. L’approccio logico adottato ha rappresentato un modello plausibile in maniera evolutiva e non secondo una chiusura ed una rigidità del sistema, per cui la nostra proposta progettuale dovrebbe rappresentare un iter in progress e non una risposta finita. L’evolutività del progetto e la sua adattività si pongono infatti come fattori di una possibile flessibilità ed ampliabilità futura.

obiettivo1

Primo obiettivo era che "il luogo della fuga" costituisse un'evasione dalla quotidianità, che poteva essere sia la più semplice e banale per qualcuno che la più complessa
ed articolata per qualcun'altro. Quindi la necessità per alcuni di trovare le cose più normali, "reali" oppure la voglia di qualcosa di insolito che uscisse dalla solita routine.

obiettivo2

Questo luogo doveva essere anche una scoperta e novità, di eventi inaspettati, di forme, di luci, di movimenti che potessero rendere questo effetto. Sono stati utilizzati elementi mobili, spazi ed eventi intercambiabili fra loro oltre che la possibilità di scelta garantita del visitatore.

obiettivo3

Altro obiettivo ritenuto fondamentale era che il luogo dovesse avere varie uscite per garantire alcune caratteristiche della fuga. Lo scappare senza la certezza di essere ritrovati ed anche offrire all'utente la possibilità di decidere la strada da intraprendere.

obiettivo4

Fattore ritenuto da noi fondamentale era l'utilizzo del movimento quale strumento necessario per offrire dinamicità al luogo oltre che per fornire caratteristiche di novità.

 

 

fuga3 bibliografia