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Le città sono espressione diretta di una
cultura: l'organizzazione che le genera, la loro struttura, l'evoluzione...sono
strettamente influenzate dalla storia, dalla religione e dai costumi di
un popolo. Per questo motivo, chi conoscesse bene una cultura, potrebbe
teoricamente conoscere tutte le città che da essa sono state generate.
Naturalmente questo non è sempre così vero, tuttavia il fen
shoi, l'organizzazione delle città indiane secondo i Mandala,
il
monocentrismo radiale delle città militari, per citare i casi più
estremi, sono esempi di configurazione spaziale che, se conosciuti, permetterebbero
teoricamente di orientarsi in città mai visitate prima. Le idee
urbanistiche totalizzanti prima espresse non possono mantenere la loro
assoluta coerenza a lungo, perchè le città crescono, si stratificano,
divengono sistemi complessi...Così si rendono necessari altri sistemi
di orientamento: le cartine stradali, la cartellonistica, la numerazione
progressiva nelle città americane o i numeri civici di qualunque
altra città, gli arrondissements
di Parigi...Ma un giorno,
quando il Teletrasporto annienterà i tragitti e con essi l'avvicinamento
ai posti che vogliamo raggiungere, quale sistema di orientamento istantaneo
consentirà di spostarsi agevolmente in una città che non
conosciamo, se non vogliamo percorrere le strade come facciamo oggi?
Avendo ipotizzato che il mondo diverrà
una Planetopoli organizzata in una rete fittissima
di nodi (il Teletrasporto primario), la più
importante delle necessità per orientarsi sarà ovviamente
quella di poter individuare immediatamente il nodo più vicino. Non
solo, si dovranno sfruttare altri stratagemmi: l'orientamento luminoso,
la pendenza delle strade, l'elevazione dei punti di riferimento...Bisogna
sostanzialmente ritrovare un pò di quello spirito che animava l'urbanistica
barocca: "...è un'idea coerente
e ben sviluppata di forma urbana e il principio sul quale si basa è
tale da poter organizzare qualsiasi territorio complesso ed esteso: scegliere
una serie di punti di riferimento disseminati sul territorio, situarvi
delle imponenti strutture simboliche e collegare questi punti focali con
strade o assi visivi orientati su quei nodi simbolici".
(K. Lynch 1981).
Ma, d'altro canto, il nostro intento è
anche quello di stimolare una certa curiosità in chi visita
la città, in chi non è solo di passaggio. Per questa ragione
vogliamo riproporre quel senso di mistero e stupore tipico delle città
medievali nelle quali, voltato l'angolo, poteva apparirci di fronte tanto
un vicolo, quanto una piazza vastissima, a seconda delle condizioni geo-morfologiche
e storico-economiche:" Le città
del Medioevo mostrano una straordinaria diversità; ognuna ebbe una
fisionomia ben distinta e caratteristiche particolari; ognuna differiva
dalle altre come gli uomini sono diversi tra loro". (Pirenne 1926).
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