SOCIALITA'
"Nel trambusto della Friedrichstrasse di Berlino penso meglio che non nelle strade silenziose della periferia viennese...Quando il mulino fa rumore, il mugnaio riesce a dormire."   ( K.Kraus 1907)
Folla
H. Matisse -La danza 1910
Ka'Ba
Foto di  Creastock
Illustrazione di un cortile porticato
Foto di Royd

 

 
 
 
 
 
 


SOCIALITA'

Gli spazi urbani che più di tutti hanno da sempre significato socialità sono sicuramente la piazza e la strada.
Si è passati attraverso molti cambiamenti: da fulcro della vita politica a celebrazione di un regime, da spazi quasi nascosti a spazi scenografici…
 Ma perché uno spazio o un edificio sono in grado di generare socialità?
Secondo Noi l'uomo ha un istinto atavico, molto simile a quello degli animali, di aggregarsi, in particolare in quegli spazi che gli garantiscono un certo senso di protezione.
 Ma che cosa può conferire sicurezza e protezione?
Noi ci sentiamo protetti quando abbiamo la sensazione di poter controllare lo spazio nel quale ci troviamo, e di poter prevenire i pericoli che possono giungere da ogni direzione:  quindi uno spazio controllabile, uno spazio che ci avvolge come una coperta rassicurante, uno spazio intimo. Oggi naturalmente sarebbe difficile essere aggrediti da un esercito nemico o da qualche bestia feroce, tuttavia continuiamo a necessitare di un senso di protezione che è probabilmente un retaggio del nostro passato, nel quale da quei pericoli abbiamo dovuto difenderci.
Oggi il ruolo della rete stradale è progressivamente sostituito dai sistemi di comunicazione, grazie ai quali non sono più i mezzi di trasporto a spostarsi, ma le informazioni.Questa necessità di dar vita a nuovi mezzi di comunicazione dotati di più ampie capacità di dialogo e di transizione, viene oggi sintetizzata con un termine: telematica. La telematica, come è noto è il risultato dell’incontro tra tre mondi: quello delle telecomunicazioni, quello dell’informatica e quello dell’elettronica di consumo. Lo scopo della telematica è triplice: oltre all’elaborazione e gestione delle informazioni, attività tipiche dell’informatica, e alla trasmissione delle informazioni, attività tipica delle telecomunicazioni, la telematica ha come obiettivo quello di soddisfare i bisogni di informazioni e servizi del maggior numero possibile di utenti, siano essi utenza famiglie, affari o pubblica.
Tre esempi possono essere significativi: le molte applicazioni possibili del videotex, la moneta elettronica e la posta elettronica nelle sue varie forme, compresa la messaggeria elettronica .
Le reti telematiche, in sostanza, consentono il trasferimento pressoché immediato dei segnali, principale materia prima dell’industria post-moderna, consentono di localizzare le attività produttive in modo indipendente da qualunque vincolo fisico (anche se, sempre più, si determina la scelta localizzativa delle attività produttive, soprattutto quelle a carattere innovativo ed immateriale, attraverso il criterio della cosiddetta economia di tempo).
In questa situazione che vede il tempo come una risorsa strategica e scarsa, intervengono le reti di trasmissione, che garantiscono: la facilità di accesso che elimina le necessità di spostamento; la accelerazione della trasmissione del segnale che riduce i tempi di ricezione; la riduzione dei tempi morti; lo sganciamento dalla compresenza attraverso la possibilità di depositare messaggi e di recuperarli successivamente.
Le reti telematiche e i relativi terminali rappresentano lo sviluppo di questa tendenza a desincronizzare i rapporti.
In questo panorama il Teletrasporto non può che accelerare il processo di allontanamento e di congelamento dei rapprti interpersonali, fenemeno che è iniziato a nostro parere con la diffusione di massa dell'automobile, portando ipoteticamente allo zero assoluto la necessità di incontrarsi. Tuttavia il bisogno di aggregarsi è il frutto di un istinto atavico, come abbiamo già detto precedentemente, quindi difficilmente conoscerà fine.
Noi intendiamo interpretare le meravigliose possibilità del Teletrasporto come un mezzo al servizio dell'uomo, che ne migliori la vita e che diventi l'occasione per far evolvere la città verso un ideale di socialità che si rifà alla vita comune dei piccoli paesi.
"Quello che prima avveniva nell'agorà, nel foro e nelle terme, quello che poi si realizzava nelle piazze medievali e avanti alle cattedrali, fra le colonne, sugli scalini, sotto i portici, nelle basiliche e perfino dentro le chiese, e cioè i rapporti umani, commerciali e d'affari, chiacchere, comizi e rivoluzioni politiche...esecuzioni capitali: tutto questo cesserà a poco a poco. Il dialogo non c'è più...Ma chi cerca di gridare, di  ristabilire il dialogo? Nessuno, non c'è nemmeno una voce nel deserto. Gli architetti si chiudono, aprendosi alle astrazioni. Evadono, si alienano, protestano attraverso manifestazioni di fantaurbanistica, divertendosi infantilmente con le cose serie".
(L.Quaroni)


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