ARMONIA DELLO SPAZIO URBANO
"La bellezza è sempre forma di elementi che in se le sono indifferenti ed estranei e che soltanto nel loro insieme acquistano valore estetico. In ciò sta forse il fascino più profondo della bellezza.  Il singolo frammento di colore, la singola pietra, il singolo tono mancano di valore estetico".
(G. Simmel)
Keute-Dallas
Prospettiva di una città ideale della scuola di P. della Francesca
Tempio malatestiano di L. B. Alberti
Spartito musicale
Dipinto della serie "Piazze d'Italia" di G. de Chirico
Bergen-Norvegia

 

 
 
 
 
 
 
 
 


ARMONIA DELLO SPAZIO URBANO

Leon Battista Alberti riprese il pensiero pitagorico-platonico che pone alla base del tutto e dell’anima dell’uomo, del macrocosmo e del microcosmo, un ordinamento secondo numeri semplici che rappresentano suoni piacevoli (consonanze) e trasportò questo principio per creare i fondamenti del suo De Re Aedificatoria libri decem.
L’Alberti derivò dai rapporti matematici della musica l’estetica per le sue costruzioni.
“L’opera architettonica è una precisa corrispondenza di determinate leggi numeriche in ogni parte in modo che ogni cosa che in essa vi sia non possa essere cambiata senza rendere inarmonico l’insieme dell’opera”.
Questa corrispondenza venne dall’Alberti denominata “Concinnitas, ossia il compito di ordinare parti che normalmente ritroviamo in maniera diversa in natura secondo un preciso piano che risultino infine piacevoli agli occhi…i numeri che operano per raggiungerla sono, sia per gli occhi che per le orecchie, in grado di farci provare un immenso piacere e riescono a riempirci di grande armonia”.
La Concinnitas fu per l’Alberti la principale e assoluta legge naturale dell’architettura. Alberti palesò il suo pensiero riguardo all’uso di concetti musicali per la creazione architettonica.
“Dai musicisti dunque vogliamo derivare l’intera legge della relazione, o chiamo armonia la consonanza delle orecchie (consonantia)”.
I toni sono uno basso e uno alto; il tono più basso è emesso da una corda più lunga: il tono più alto è emesso da una corda più corta.
Dai diversi toni si ricavano le diverse armonie che gli antichi trasportarono dalle vecchie corde ai numeri e sulla carta.
I nomi di questi accordi furono i seguenti: Diapente, quello che si chiama una volta e mezzo (Sesquialtera), Diatessaron, uno e un terzo (Sesquitertio), Diapason, la doppia (Dupla), Diapasondiapente, (Tripla) e Dysdiapason, quella che si chiama (Quadrupla). Questi accordi producono il tono che si chiama Uno-e-un ottava (Sesquioctav).
Il numero (Numerus), insieme alla relazione (Finitio) e all’ordinamento, è una parte costitutiva della Concinnitas.
Esso è l’anello di congiunzione tra musica ed architettura poiché sta alla base di entrambe. E’infatti nel numero che si esprime il rapporto tra due toni e che bisogna comprendere le dimensioni dell’architettura (e il rapporto tra di esse): dei rapporti numerici determinati costituiscono quella suprema legge naturale che si rende riconoscibile acusticamente da un lato otticamente dall’altro.
L’Alberti considerò dapprima il numero come quantità dei singoli elementi architettonici, come numero di colonne, angoli oppure aperture distinguendo tra numeri pari, dispari e loro ordinamento.
Principalmente i numeri vengono messi in relazione tra loro secondo uno dei rapporti che soddisfano la Concinnitas.
Alberti, nei suoi esempi per l’uso delle proporzioni prese le dimensioni di grandi spazi (lunghezza, larghezza, altezza), ne scelse una come unità di misura e pose le altre in relazione con essa, ad esempio: l’altezza è quattro quinti della larghezza.
In questo modo viene data soltanto una relazione quindi, per poter progettare un edificio deve essere assunta una unità di misura in grado di stabilire le misure assolute dei singoli elementi.
L’Alberti prese gli intervalli contenuti nella Tetraktys 4:3 2:1 e il tono intero 9:8 estendendo queste relazioni tramite le medie proporzionali rimanendo all’interno delle proporzioni musicali.
Inoltre per la media geometrica venne scelto un esempio con i numeri razionali il cui accostamento “non canonico” a due rapporti di quinta dimostra che le architetture costruite in base a questi rapporti numerici non sono pensate per “risuonare” bensì come espressione autonoma della “legge suprema”, parallelamente alla musica.
I primi quattro numeri vengono definiti “musicali” ma assieme ad essi Alberti cita tutti i numeri fino al dieci e dà ad ognuno di essi un significato simbolico.
Vengono adottate anche le proporzioni 5:4, 6:5, 5:3, non contenute nella Tetraktys e che rappresentano la terza pura e la sesta, le quali però non vengono mai definite in tale modo, venendo invece ottenute dalla divisione aritmetica della quinta; esse rappresentano delle proporzioni ottenute rimanendo all’interno dei primi dieci numeri.
La Concinnitas si esprime quindi attraverso i rapporti costruiti tra i primi quattro numeri, e più estesamente tra i primi dieci, in cui le terze pure e le seste (parallelamente alla prassi musicale contemporanea) devono essere considerate relazioni musicali, sufficienti per la Concinnitas.
Noi vogliamo rileggiere e far evolvere la città in senso armonico, legando il rapporto fra lo sviluppo altimetrico e l'ampiezza dello spazio vuoto ad un nostro modo di leggere i rapporti  nelle scale musicali antiche.


 


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