4.6  ARCHITETTURA TRA NATURALE ED ARTIFICIALE


Fig. 71: Stonhenge, Salisbury,  
Wiltshire, 3500 a.C.  
 
"Per voi, per me, Stonehenge e la cattedrale di Chartres...Sono opera dello stesso Uomo Antico sotto varie spoglie: sappiamo cosa Egli fece, e persino cosa pensava di pensare, ma non ne capiamo il perché".  
(W.H.Auden)  

"Siamo simboli, e viviamo in simboli"  
(R.W.Emerson) 

 
  
A Stonhenge, sito megalitico orientato astronomicamente, il sole colpisce la pietra dell'altare il 21 di giugno; questa situazione può essere probabilmente intepretata come connubio cosmico tra Cielo e Terra, situazione che potrebbe avere avuto un ruolo anche nel labirinto di Creta. 
 
 
 
  Fig. 72: fila di menhirs, Avebury,  
Wiltshire, 3350 a,C. circa 
 
In entrambe le immagini notiamo come il rapporto naturale/artificiale assuma una valenza soprattutto simbolica.  
Il luogo diventa sacro e la struttura artificiale eretta dall'uomo si connette con la divinità.   
Il paesaggio artificiale pare vivere in simbiosi con quello naturale. L'architettura primitiva si distingue innanzitutto per l'uso di grosse pietre, è quindi un'architettura megalitica, in cui il materiale simbolizza la solidità e la permanenza delle rupi e delle montagne. 
 
 
 
 Fig. 73: Ninfeo, Villa Adriana, Tivoli 
 
"La natura è un tempio in cui viventi colonne 
lascian talvolta uscire confuse parole; 
l'uomo attraversa foreste di simboli 
che con sguardi familiari lo osservano" 
(Charles Baudelaire, Les fleurs du mal)
 
 
 
Molte cosmogonie considerano l'acqua come la sostanza primordiale, matrice di tutte le forme. La presenza dell'acqua conferisce quindi identità alla terra. Pur essendo l'opposto del luogo, l'acqua appartiene intimamente alla realtà vivente.
 
 
  
 
 Fig. 74: Frank Lloyd Wright,  Casa sulla Cascata 
(Falling Water), Bear Run,  Pennsylvania, 1936 
 
"Gli edifici dovrebbero sbocciare dal paesggio nell'immagine dell'albero" 
(Frank Lloyd Wright)
 
 
 
La "Falling Water" si proietta all'esterno della roccia naturale, a cui è ancorata, come una piattaforma liberamente galleggiante posta in equilibrio su una piccola cascata. Un gesto strutturale consistente in un agglomerato di piani miracolosamente sospesi nello spazio, posti in equilibrio a varie altezze al di sopra degli alberi di una vallata caratterizzata da fitti boschi.   
La sua fusione con il paesaggio è totale: la natura permea l'edificio in ogni suo angolo, l'interno evoca l'atmosfera di una caverna primitiva.
 
 
 
 Fig. 75: Emilio Ambasz: Schlumberger Research Laboratorie 
  
 Fig. 76: Emilio Ambasz: House for Leo Castelli,  
Northest U.S.A.   
 
 
  Fig. 77: Ambasz: Emilio's Folly,  Man is an Island. 
 
 
L'architettura di Emilio Ambasz ci è sembrata esprimere in modo molto interessante il rapporto tra naturale ed artificiale. Ci ha trasmesso una sensazione di solarità, allegria ed avventura. Il paesaggio è qualcosa di "vivente"  e lo è, allo stesso tempo, l'architettura che in esso si inscrive.  
Notiamo come  i materiali naturali (per esempio l'acqua) siano adoperati  come sistemi semantici e come invece il percorso appaia scandito da elementi (ad esempio la porta che si evidenzia con forza come "entrata al mondo sotterraneo").  
Acqua, terra ed artificiale costruito si integrano tra di loro in un modo che noi soggettivamente percepiamo  come armonico, ma allo stesso tempo carico di significato. 
 
 
 
 
 Figg. 78-79: Simposio di Minoa, Marsala, opera di Ermanno Casasco e Teresa Pomodoro 

Il simposio di Minoa è un grande complesso per ricevimenti. Vi sono utilizzati alcuni ingegnosi artifici progettuali e vi sono prodotte alcune dotte citazioni ricavate dalla migliore paesaggistica americana. La scultura di Pomodoro (in cemento su scheletro di rete metallica) diventa l'elemento dominante del paesaggio e risolve il problema del rapporto con l'edificio, di cui costituisce una sorta di grandiosa quinta d'ingresso. La speciale qualità materiale dell'opera d'arte è esaltata dalle due vasche d'acqua nelle quali si specchia e nelle quali fa esplodere il suo cromatismo. Tutt'intorno, il bosco, alternato a materiale locale, sottolinea l'effetto "oasi".

 
 
 
Tealppag.gif (625 byte) 
Torna alla pag.precedente 
Tealinde.gif (1842 byte) 
Torna al capitolo 
Tealnpag.gif (638 byte) 
Vai alla pag.successiva