Evoluzione del progetto
"[...]Attivare una logica di sviluppo
capace di controllare l'evoluzione del sistema verso un
obiettivo. La difficoltà consiste nel fatto che questo obiettivo
noi non lo conosciamo ancora. E' vero che ne conosciamo alcuni
attributi, tali da definire, in negativo, il grado di qualità,
ma non conosciamo come questi attributi potranno esplicitarsi
nella forma artificiale che stiamo creando."
(C.Soddu, E.Colabella - Il progetto
ambientale di morfogenesi - Progetto Leonardo, 1992 Bologna)
La Statua della libertà nel percorso progettuale passa dall'immaginario di riferimento a elemento catalizzatore, capace di disporre le prime ipotesi di formalizzazione in seguito alle indicazioni date dalle adduzioni. Le scelte tecnologiche, formali saranno "calamitate" dal catalizzatore in modo da disporle secondo una prima lettura soggettiva delle domande, dei bisogni e delle richieste. A questo stadio del percorso progettuale si venivano formando richieste più complesse che non riuscivano a trovare soluzione all'interno del paradigma indiziario, si rendeva necessario pertanto un salto, un'evoluzione della forma organizzatrice. In questo caso la struttura addotta dalla statua della libertà non rispondeva adeguatamente alle esigenze di tridimensionalità, non mi permetteva uno sviluppo nelle tre dimensioni del faro. L'immaginario dell'occhio e successiva adduzione mi ha permesso di trovare quella struttura che mi consentiva di rispondere alle richieste di organizzazione tridimensionale. Nella conformazione dell'occhio è stata letta la possibilità di organizzare il faro secondo elementi gerarchicamente sempre più rilevanti, identificando con la sequenza bulbo-iride-pupilla la struttura ordinatrice del mio progetto; inoltre è stato possibile leggere nei movimenti dell'occhio un'ulteriore possibilità di incremento di complessità variando le posizioni di un elemento rispetto agli altri. Successivamente dalla figura del mandala abbiamo addotto una matrice geometrica che vede nel cerchio e nel triangolo le figure che meglio rispondono all'obiettivo di ambiguità dello sguardo, in quanto a seconda del punto di vista danno una visione di sé molto diversa; il triangolo si presta ad una visione sia omogenea e piatta (perpendicolare ad un lato) sia di profondità nel momento in cui ci si pone in direzione di uno spigolo. La figura del cerchio, ancor di più, riesce a eliminare punti di riferimento spaziali e formali rendendo al progetto la possibilità di variare ad ogni cambiamento d'angolazione. In questo momento del progetto che conosce una fase evolutiva ulteriore, le matrici tecnologiche, formali, le interfaccia rimangono come memoria e tornano acquistando nuove possibilità: dalla commistione tra la lettura della statua della libertà e l'immaginario dell'occhio come elementi organizzatori, definendo la matrice generativa del cerchio e del triangolo che diventano rispettivamente cilindro e prisma (o tetraedro), si vengono a creare le forme delle parti costituenti il faro, dal basamento all'alloggio della lampada. Nell'ambito di queste ultime formalizzazioni, le procedure addotte in precedenza non fanno altro che accrescere la possibilità di risposta alle richieste del progetto.