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Corriere della Sera, 27 Aprile 1998

Portella della Ginestra, la verità dagli Archivi

 

Ebbene, solo il 27 Aprile 1998, dopo più di mezzo secolo, potrà cadere il velo del mistero, confermando e smentendo le mille ideologie e speculazioni politiche sull’accaduto. A Palazzo San Macuto a Roma, sede romana dell’antimafia, verranno infatti sottratte al segreto le carte fino ad oggi inaccessibili. Finalmente sarà possibile sapere di più!

E’ proprio qui, sul persistente segreto mantenuto a tanti anni di distanza, che si innescheranno nuove polemiche. Perché il presidente dell’antimafia, che ha voluto l’apertura degli archivi, Ottaviano Del Turco, chiederà probabilmente chiarezza completa. C’è chi sostiene che proprio Del Turco si preparerebbe a chiedere spiegazioni sul lungo silenzio: se i misteri di Portella della Ginestra potevano essere svelati, perché negli anni trascorsi non si è voluto farlo?

E se anche le carte dei due archivi ministeriali, a suo tempo sigillate dal segreto, non contengono comunque straordinarie novità, potrebbero essere state usate a suo tempo come armi di ricatto?

Per ora le ipotesi sono diverse.

Secondo Massimo Ganci, presidente della società siciliana per la storia patria, non ci sono dubbi che la tecnica della strage indiscriminata non corrispondesse ai metodi adottati fino a quel momento dalla mafia. Invita comunque ad aspettare prima di trarre conclusioni.

Un’altra storica, Simona Colarizzi, ricorda i mille, contraddittori retroscena della strage rimasti sullo sfondo. Ad esempio, quell’attestato di benemerenza per il luogotenente di Giuliano, Gaspare Piscotta, che sarebbe stato firmato dal ministro dell’interno, Scelba, del quale si parlò durante il processo e che successivamente venne smentito.

O ancora, il ruolo che avrebbero ricoperto i servizi segreti americani, secondo la tesi di minoranza della commissione d’inchiesta del ’72.

E lo stesso operato della Dc, che proprio in quei giorni ruppe il patto di alleanza con le sinistre in Sicilia e il 12 Maggio successivo, su decisione di De Gasperi, estromise il Pci anche dal governo nazionale.

E che dire del rapporto fra le destre monarchiche, qualunquiste e separatiste siciliane, impegnate in una lotta senza quartiere contro il possibile governo delle sinistre in Sicilia?

Infine: esistono prove sui misteriosi mandanti che avrebbero armato la mano di Salvatore Giuliano, o aveva ragione la maggioranza politica della commissione d’inchiesta, che allora escluse qualsiasi collegamento?

In quei mesi la Sicilia era una polveriera, e le spiegazioni semplicistiche sono da respingere. Dopo mezzo secolo è giunto il momento di approfondire la complessità degli eventi, e lasciar parlare la storia.